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CANONE EUROPEO

1919

1919

Artist: IANVA
Label: Antica Fonografia Il Levriero
Release Date: 4-1-2020
Genres: Chanson, Dark Cabaret, Italian, Italian Cabaret Melodrama, Martial, Neofolk, Old Fashioned, Soundtrack
People: Mercy: voce, testi, musiche, concepto, arrangiamenti, cori, produzione - Stefania T. D'Alterio: voce, ricerca, cori, produzione - Francesco La Rosa: batteria, percussioni, musiche, programmazioni, cori, produzione - Fabio Carfagna: chitarra acustica, chitarra elettrica, musiche, cori - Fabio Gremo: chitarra classica, musiche, orchestrazioni - Azoth: basso elettrico, cori - Beppe Spanò: pianoforte, tastiere, cori - Davide La Rosa: fisarmonica, cori - Gianluca Virdis: tromba - Guests: Edoardo Sylos Labini (la Voce di D'Annunzio in 'Disobbedisco!')- Registrazioni e mixaggio a cura di Francesco La Rosa (ReAbo Studios)- Prodotto da: Stefania D'Alterio per IANVA

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Album Reviews

“… ‘1919’ cattura l’aura del momento in un tango di lotta e passione… Bello da piegare al slienzio”. (Rockerilla (I) – January 2020)

Aldo Chimenti

“Satà pure ‘una nevrosi da eroi’, ma quanta bellezza ncora. Il singolo nasce per commemorare il centenario dell’impresa dannunziana di Fiume e la title track ne è tango maestoso e morriconiano…” (Rumore (I) – 80/100 – January 2020)

Stefano Morelli

“… Ancora una volta i Nostri rievocano uno degli eventi nevralgici della storia europea: l’impresa di Ronchi… Per certi versi ‘1919’ è una sorta di incipit anche del loro primo EP, ‘La Ballata Dell’Ardito’ , e del loro primo album ‘Disobbedisco!’ … Ancora una grande prova da parte di una felice anomalia nel panorama musicale italiano, afflitto troppo spesso da conformismo e mancanza di coraggio.” (Ondarock (I) – 7,5 -February 2020)

Marco De Baptistis

“… Il 7” prende il titolo dal severo tango ‘1919’, in cui col sapiente taglio drammaturgico di tante pagine della formazione genovese, assistiamo a un teatrale, serrato, dialogo tra un ‘reduce’ ed una ‘borghese’, naturalmente interpretati da Mercy e Stefania, tra l’impeto traboccante d’ideale ancora vivo del primo e la lucidità a rasentare il cinismo, ma senza escludere, a chiosa, opportunistici accomodamenti della seconda…” ( Blow Up (I) – 7/8 – March 2020)

Paolo Bertoni

“Sonorità neofolk cariche di contaminazioni che spaziano dalla tradizione cantautorale ligure, alle suggestioni dark dei Death In June, fino ai più grandi maestri delle movie soundtrack di tutti i tempi, IANVA cantano la storia d’Italia a partire dalle grandi imprese, dai gesti arditi e ribelli…“ ( Il Giornale OFF (I) – January 2020)

Fernando M. Adonia

“… 1919 is een mooie aanvulling op het voor de rest unaniem ijzersterke werk van IANVA, en is eens te meer het bewijs dat deze veelzijdige Italianen tot de absolute top van de Italiaanse neofolk (of zeg gerust internationale) behoren.” (Dark Entries (B) – January 2020)

Dimi Brands

Tracklist

1. 1919
2. Disobbedisco!

Lyrics

1919

Mi chiedi se ancora non basta
Quel mare di sangue che s'è attraversato,
Che tarlo ci rode e ci guasta
La sorda esultanza d'aver riportato
A casa la pelle che mai nessuno più avrebbe scommesso tornasse da là...
La chiami “nevrosi da eroi”
Sarcasmo à la page di rigore parlando di noi.
In guerra diletti ai poeti
In pace reietti e stranieri,
Resulta di morti incompleti
Che ingombrano peggio dei veri.
Sarà che un tizzone d'inferno
Nell'occhio ci ha preso dimora,
Che un puzzo di cane in inverno
Ci sosta di presso da allora.



T'inganni, sai, tu che di me
Non vedi che vuota apparenza.
Non crederai, non noti che
Del lutto non puoi più far senza.
Non chiedo che d'esser felice
E il tempo son certa sia ora:
Facile se farai come me
E andasse il passato in malora!



Sarà, ma non dopo la vista
D'un cieco di guerra i cui passi sperduti
Cercavano a tentoni la pista
Per uscir da una selva di lazzi e di sputi
E d'un mutilato le cui stampelle son state scalciate per ilarità.
Ma odia ciascuno di noi
Quel mezzo paese che teme e disprezza gli eroi.
La stessa carogna che ieri
Qualunque nemico ha tifato,
Gli infami che oggi van fieri
Di ciò che gli è stato evitato.
Vigliacchi a cui la fierezza
Procura un'innata allergia,
Per cui vagheggiar la grandezza
E’ sintomo di malattia.


Credo, semmai, che dentro te
Insorgano urlanti i caduti
E sbagli sai se credi che
Prestar loro voce ti aiuti.
La vita era e resta una sola
Malgrado ogni elucubrazione,
Pensare a sé oggi non è che la più ardua missione.



Non cedere un palmo di terra
Sul fronte non era che il giusto
Ma in questa più infima guerra
Finisci per prenderci gusto.
Scusami, sai, se dico che indietro non son mai tornato
Non fino a che non si vedrà ciò per cui s'è sanguinato.



Vi faccio gli auguri in tal caso,
Di più non saprei cosa dirvi
Ma se la sorte vi arriderà sarò la prima a seguirvi.



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1919

You're asking me if it's still not enough
All this sea of blood we crossed,
Which, like a worm, is gnawing and ruining
The inner joy of saving our skin,
A thing no one thought would happen.
You call it a “hero neurosis”
Sarcasm “à la page” de rigueur
When you talk about us.
So dear to poets in times of war,
Outcasts or outsiders in times of peace,
Waste material of incomplete dead soldiers
Cluttering worse than the real ones.
But maybe a hellish ember is dwelling in our eyes,
And the stink of dogs in winter
Lingers before us since then.

You're wrong, you know,
When you see in me nothing but
An empty facade.
Can't you see, don't you notice that
You can't do without grief and mourning?
I just ask one simple thing: happiness
And I'm sure that the time is now
It's easy if you do like me,
And to hell with the past!

Yes, but not after I saw
A blind war veteran and his lost steps
Fumbling around in the middle
Of a sneering and spitting crowd,
And a crippled veteran
Whose crutches had been thrown away just for fun.
But each one of us hates
The infamous part of this country
Which fears and despises the heroes.
The very same scum who cheered
Any enemy until yesterday,
The bastards that today are taking pride
For every trouble and pain we spared them.
Those cowards who are naturally allergic
To fierceness
And for whom dreaming of greatness
Is a symptom of disease.

I rather think that inside of you
The dead are rising up and screaming
And you're wrong if you think
That giving them a voice will help you.
There's only one life to live
Despite all ruminations.
These days thinking for yourself is nothing but
The most challenging of all missions.

“Never surrender, never step back”
On the front was the right thing to do,
But in this even lower petty war
You learn to love that, in the end.
So excuse me if I say that
I never turned back,
At least not until we finally see
What we all shed our blood for.

Then I wish you the best of luck,
I don't know what more I can say.
But if fate smiles upon you
I'll be the first one to jump on the bandwagon and follow you


Disobbedisco!

Sono venuto per sentire come batta il vostro polso
Come s’intoni il vostro cuore
Come si comporti il vostro fegato.
Qualcuno ha pensato che io avrei detto: “Obbedisco”?
Il verbo è vecchio, sebbene garibaldino, i tempi son mutati…
Io dico invece a voce chiara e a testa alta: “Disobbedisco!”
Non ho lasciato un comando se non per prenderne un altro.
Ma voi che avete fatto, intanto,
mentre io preparavo in silenzio, senza perdere un’ora, qualcosa di cui avrete notizia, spero, tra poco.
Quali armi voi mi date?
Come vi siete voi ordinati e disposti alla lotta?
Con qual proposito? Con quale disciplina?
Mi sembra che voi non aspiriate se non al premio della pazienza;
Che certamente sarà istituito dal nuovo paterno regime il quale,
ammettendo nel suo pentolone i miscugli e gli intrugli più diversi,
è capace di fare sua anche la sentenza francescana:
“La pazienza è opera di perfezione e prova di virtù”.
Mi felicito con voi: virtuosissimi!!

Sono venuto qui appunto misurare la vostra pazienza che sembra incommensurabile.
La fame è una creatrice di mondi, così come il desiderio,
ma è proprio necessario che il nostro pane quotidiano sia zeppo di vermi?
Masticatelo, se vi piace, io preferisco la fame!
Tornate a casa e pazientissimamente aspettate il premio della pazienza…
Tornate a casa: mettete la testa tra due guanciali e mandatemi una buona volta al diavolo!

Eccolo… eccolo il triste mutilato la cui pensione, troppo attesa, è umiliante elemosina…
Eccolo: manomesso dal poliziotto travestito, traballare tra lattoni e sberleffi,
girar sul tacco di legno, cadere di schianto e rimanere lungo giù nel selciato.
Ma anche l’uomo delle grucce, anche lui è un soldato che sa rispondere: “Disobbedisco!”.

About Album

Poteva il Centenario dell’Impresa di Fiume trascorrere con IANVA silente? La pronta risposta assume stavolta la stringata e “arcaicizzante” forma di un vinile 45 giri.

“1919” è un titolo che si spiega da sé e che risulta anticipatore sia della forma che dei contenuti.

Un inconsueto duetto in cui le due voci di IANVA si fanno carico d’incarnare la sempiterna dualità tra idealismo irrealistico da un lato e fatalismo cinico dall’altro, che pare connotare l’animo nazionale. Contrasto che sul retro la voce alta e ferma del Comandante D’Annunzio riassume e comprende in sé. Come si addice a ogni Nume che si rispetti, nel momento decisivo, egli raccorda e incarna ogni dualismo e ogni complessità.
La celebre orazione “Disobbedisco!”, vero manifesto psichico di quell’anno mirabolante il quale – malgrado titoli il debut dannunziano per eccellenza – la band mai aveva osato toccare, finalmente si materializza.
Ciò grazie alla gentile collaborazione di un nuovo sodale: Edoardo Sylos Labini, che da quasi un decennio incarna magnificamente il Vate sui palchi d’Italia.

MCMIXX – MMIXX: Restiamo Legionari, Restiamo Fiumani!

V.I.P.D.

Aquila Non Capit Muscas

Edizione signed gatefold + sticker + insert – white vinyl/black vinyl